15 febbraio 2012

Il seguito. About my Valentine!

Martedì 14 febbraio. Direzione Venezia.  Io vestito lungo nero con spacchi sui lati, pelliccia coprispalla, capottino, opentoe tacco 12 con plateu in vernice nera, orecchini con tanti piccoli diamanti, cappelli sciolti, trucco...insomma vera figa! Lui pantaloni neri eleganti, scarpe pelle nera, camicia azzurra intenso, cravattino nero, maglioncino nero collo a V e cappotto. Arrivati a Venezia ci dirigiamo da Piazzale Roma a Piazza San Marco, a piedi, io sottobraccio a lui, con calma, con l'andatura che solo gli innamorati hanno. Durante il tragitto contempliamo i colori delle case, qualche vetrina dei negozi di maschere o di peluche e ad ogni ponte -con tanto di bacio annesso- guardiamo: l'acqua scorrere, i particolari delle case, le varie terrazze, lo stile architettonico delle finestre... Non amo particolarmente Venezia, spesso ci trovo più difetti che pregi, confesso. Però in una serata così posso solo vedere i pregi e la bellezza delle sue costruzioni che, comunque, apprezzo sempre. Avvicinandoci a Piazza San Marco, nei pressi de "La Fenice", svoltiamo in una calle ed entriamo in un ristorantino dove fanno del pesce buonissimo. Mangiamo degli antipasti insieme, da un piatto unico e poi un risotto di pesce. Per noi niente vino. A lui non piace in più non beve alcolici, per quanto riguarda me...bè, la sessione esami non me lo consente. Usciti da lì incrociamo qualche coppia con Signora impellicciata che si dirige verso il teatro, come consuetudine; altre coppie vestite con i tradizionali e meravigliosi costumi veneziani e coppie di giovani piccioncini in jeans. Lo so, lo so, a San Valentino non hanno ancora abolito i jeans. Non me ne farò mai una ragione. Li odio. Arrivati in Piazza San Marco ci guardiamo e ci scrutiamo l'un l'altro strabiliati dall'effetto delle luci della Piazza sui nostri visi. Dopo una breve passeggiata nella Piazza, qualche foto-ricordo piccionciosa, 48mila baci e 26mila abbracci, ecco il momento regalo.  Regalo, al singolare. Il regalo per me lui me l'ha inviato a casa e quando è venuto a prendermi si è presentato con un mazzo composto da una rosa rossa e tanti tulipani rossi.  Ecco che quindi Piazza San Marco è tutta per me e per il regalo che io ho fatto a lui. Un regalo che volevo fare in molte occasioni in questi tre anni. Non l'ho mai fatto perché in ogni grande occasione, dove il regalo sarebbe caduto a fagiUolo, c'era purtroppo alternativamente: qualche piccolo screzio tra noi,  mancanza di liquidità, impegni che mi impedivano di dedicarci il congruo tempo... Questa però è la volta buona. Così gli porgo la borsettina di carta rossa 10x15 proveniente dalla gioielleria, dalla quale lui estrae una scatolina rossa 4x6 chiusa con nastro di raso rosso e fiocchetto! Sorridente, incuriosito ed emoIonato mi bacia e mi stringe. Un po' tremolante (è il Dio della suspance) tira il nastro e scioglie il fiocco. Alza il coperchio e...non trova niente! Ahahahah. No dai, scherzo, solleva il coperchio e trova un bracciale FINO (lui è magro e ha il polso fino, inoltre entrambi odiamo le tamarrate), dalla maglia stranissima (simile a quella degli ingranaggi, dei lego, non so spiegarvi...), bicolor: color oro rosso e bianco. Felice e stupito mi ringrazia, mi stringe, mi riempie di baci e mi chiede di metterglielo al polso. Dopo altri mille baci e dopo avermi presa in braccio in mezzo alla Piazza (rito che non perde mai occasione di praticare), si mette a contemplarlo come un bambino 5enne che non ha mai visto un determinato gioco. Ora vi spiego perché è un regalo per me importante. Non in ordine di importanza...Uno perché è un gioiello e i gioielli non si regalano tutti i giorni. Due perché è per lui, che porta al massimo dei braccialetti fatti di fili di cotone di quelli che prendi in spiaggia. Tre perché voglio farlo incidere all'interno. Insomma perché è una cosa che faccio io per lui e che gli rimarrà per sempre.  Ecco. Questo è come sarebbe dovuta andare.  Com'è andata?  I fiori non ci sono stati. Il mio regalo è arrivato a casa e l'ho aperto senza emozione dopo un'ora. Ometto la parte che nel sogno corrispondeva al ristorante, passeggiata, baci e ponti...dico solo che non abbiamo cenato insieme, avevamo lo stomaco in sciopero e la lingua in guerra. La parte del bracciale, se omettiamo Piazza San Marco, i baci e le coccole, è stata così come ve l'ho descritta. A lui è piaciuto, era emozionato per il gesto e l'ha contemplato come un 5enne. Serata finita. E storia pure. Quel regalo non s'ha da fare. Bai, baci, baci.

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